Sede istituzionale e centro culturale della Fondazione, la Casa Museo offre ai visitatori, giovani e adulti, percorsi guidati per scoprire una straordinaria collezione di dipinti, sculture, arredi e oggetti d’arte applicata, raccolti in oltre trent’anni di intensa attività di ricerca dall’imprenditore e collezionista bresciano Paolo Zani. L’accesso alla Casa Museo, organizzato per piccoli gruppi, consente di ammirare le opere esposte con un approccio d’insieme, ma anche di approfondire, in base alle proprie esigenze, temi iconografici oppure dettagli tecnici dei manufatti. Percorsi tematici e laboratori, ma anche seminari di studio, mostre e spettacoli animano la programmazione annuale della Casa Museo, in un ambiente unico che contempla anche un laboratorio didattico, un giardino, oltre al bookshop e alla caffetteria.
“Ho collezionato per esprimere il mio gusto, per appagare la mia curiosità e per abitare il bello attraverso l’arte”
Paolo Zani
“Qualche mese fa, all’inizio della primavera (maggio 2018), mi recai a visitare Paolo Zani nella sua villa di Brescia. Non l’avevo mai conosciuto prima né sapevo nulla della sua raccolta. Mi sembrò un uomo riservato, silenzioso, ma come molti amatori d’arte, via via che vedevamo insieme i molti oggetti che gli appartenevano, il suo tono cambiò. Gli occhi si illuminarono e iniziò lentamente a trasmettere il suo pacato entusiasmo per le cose che si era assicurato negli ultimi trent’anni. Parlammo per diverse ore e finì per stabilirsi fra noi una relazione amichevole. I collezionisti e gli storici dell’arte hanno non poche cose in comune ma nello stesso tempo non sono mai del tutto d’accordo. Ho sempre pensato che queste due tipologie umane sono come fratelli siamesi che sono molto vicini senza capirsi. I collezionisti sono sempre facoltosi e possono acquistare quel che vogliono; gli storici dell’arte non lo sono affatto ma si cullano nell’illusione di sapere tutto. La simpatia non è assicurata in partenza. Paolo Zani, intelligente e acuto, si presentava con modestia, disposto ad ascoltare idee non necessariamente simili alle sue. Abbiamo discusso di molte cose e non so come mai giungemmo a parlare delle lacche. Aveva un gruppo di candelieri veneziani, curiosi, realizzati in una tecnica di cui mi ero occupato, lacca e madreperla. Non so se aveva letto un mio articolo giovanile ma non era comunque quello l’unico lavoro in suo possesso che avevo studiato prima d’incontrarlo. Via via che passavamo davanti a queste opere (alcune sono dei veri e propri capolavori) diventavamo amici. Il giorno seguente riprendemmo a parlare di lacche e volle mostrarmi un mobile molto amato, ma destinato ad altro luogo. La sua idea originale si dimostrò essere quella giusta: si trattava di un magnifico comò romano turchino e oro, a chinoiseries in delicato rilievo. Questo nostro sincero entusiasmo mi legherà sempre al suo ricordo”
Alvar González-Palacios, tratto dal catalogo della Casa Museo: “Abitare l’arte”,
Electa, Milano 2020
“La Casa Museo conserva il gusto, le scelte estetiche dell’imprenditore e collezionista Paolo Zani, le sue predilezioni stilistiche, cromatiche e le sue esigenze abitative quotidiane. E così, anche quando i moderni criteri museografici prediligerebbero scelte diverse da quelle che accompagnano il visitatore, l’obiettivo di questo particolare museo è quello di conservare l’aura di una casa privata, l’aura di casa Zani. La costruzione della villa di Cellatica risale al 1976 e riprende il modello della domus romana, scandita lungo undici ambienti imperniati attorno alla vasca quadrangolare centrale, un impluvium in origine, successivamente trasformato in funzione dell’esposizione di una parte delle collezioni. La casa è caratterizzata da un grande portico esterno che collega gli spazi di servizio, oggi adibiti a servizi museali, col ninfeo. L’architettura è circondata da un giardino all’italiana di oltre tremila metri quadrati, concepito dallo stesso Zani come ideale prosecuzione del percorso della collezione. Casa, giardino e oggetti d’arte riflettono dunque il gusto collezionistico e dell’arredare di Zani che, predisponendone il passaggio a museo, ha voluto che questi caratteri venissero conservati e tutelati. Il percorso espositivo si sviluppa attraverso gli undici ambienti della casa-museo, all’interno dei quali sono stati inseriti i servizi museali (accoglienza, sala didattica, uffici, bar, bookshop e deposito). Parte integrante della visita sono gli spazi aperti del giardino e dei loggiati, un percorso tra sculture, fontane, elementi architettonici in dialogo con la natura”.
Massimiliano Capella, tratto dal catalogo della Casa Museo: “Abitare l’arte”,
Electa, Milano 2020