Tornano ad essere visibili nei suggestivi ambienti della Casa Museo le quattro tele di Canaletto, Guardi, Bellotto e Marieschi che raccontano Piazza San Marco. Una piazza e i suoi monumenti, memoria e incarnazione del mito storico della Serenissima, la Repubblica il cui buon governo viene esaltato anche da Petrarca “quale Città unico albergo ai giorni nostri di libertà, di giustizia, di pace, unico rifugio dei buoni…” (Lettera a Pietro da Bologna, 10 agosto 1321).
Canaletto, Bellotto, Marieschi e Guardi erano consci, attraverso le loro vedute di Venezia, di offrirci l’ultimo frammento di una memoria e, al contempo, il principio di una contemporaneità fatta di ‘ritratti’ ogni volta differenti: nelle acque delle calli e in marmi e pietre incrostate di salmastro, nelle ombre e riflessi, nell’aria particolarissima di una città che generazioni d’artisti hanno saputo rendere tramite colori leggeri o intensi, trasparenti e mutevoli. Una città opera d’arte che salda in piazza San Marco ogni memoria.
Una piazza, definita da tre settori, che incarna Venezia stessa, rappresentandone il fulcro degli interessi politici e cerimoniali, sociali, religiosi, sede del potere dogale e simbolo della ricchezza della Repubblica.
E questo viene narrato dalle quattro vedute della Fondazione Paolo e Carolina Zani che dal 27 ottobre tornano ad essere esposte nelle sale della Casa Museo di Cellatica protagoniste in Armenia della mostra “Venezia e Piazza San Marco” (3 settembre – 18 ottobre 2020).